domenica 25 dicembre 2011

Palle di Natale



"untitled" di Jean Michel Basquiat


Questo fottuto albero di Natale mi guarda e lampeggiano le sue lucine su questo tetro arrivo della vigilia, nel bel mezzo del periodo delle convenzioni più marcate. Questi giorni pieni di lotterie ma senza fortuna, di centri commerciali e di gesucristi elettrici e babbi natali che si inculano, di tabacco rollato e fumato al freddo, giorni saturi di addii e di gente che ritorna. Rinchiuso in una stanza che puzza di stufa a gas, perso tra i bar in una solitudine, respirando l’aria fredda dell’inverno.

Ho un vassaio ricoperto di avanzi di cibo da asporto sul davanzale, una bottiglia di spumante mezza vuota e ammuffita, l’amplificatore attaccato a una spina bruciata e la chitarra sul letto insieme a me. Le lenzuola sono di nuovo grigie. Dovrò decidermi a lavarle un giorno. Esco di tanto in tanto per scendere al bar sotto casa dove un certo numero di persone con la pancia piena e sazia di cibarie paga e offre bicchieri di prosecco. Il sapore che ha quella roba è qualcosa tra l’acido e la muffa ma ubriaca in fretta e costa poco. Ne butto giù pure io quanti riesco a prenderne.

Nei supermercati trionfano scritte come “ENJOY!” e “PALLE DI RENNA FORMATO FAMIGLIA IN OFFERTA”. Ed happy new year, ovviamente.

Il sindaco, per incentivare il commercio, ha piazzato sopra le vetrine dei negozi e dei bar degli altoparlanti che diffondono incessantemente le musichette natalizie. All’inizio non ci faccio caso in mezzo al trambusto, poi più il jingle continua a girare più iniziano a girarmi i coglioni a tempo di sonagli di palle di renna. Infine basta essere poco attenti e distrarsi un attimo per urtare contro uno di quei pupazzetti barbuti che appena li sfiori iniziano a simulare la grassa e porca risata di Babbo Natale :”OH OH OH”.

Proprio stasera credo di averlo visto dal vivo. Stava entrando furtivamente dentro il locale. Si è guardato bene attorno per assicurarsi che nessuno lo stesse vedendo ed è sgattaiolato per la porta del retro dove si è messo a fumare sigari e a buttare monete in una slot machine. Il gestore del locale gli ha sistemato una branda nello stanzino in modo che Babbo può restare a dormire lì quando esagera col bere.

Dalla finestra della mia stanza si riflettono sul pavimento le lucine rosse, gialle e blu, e riesco anche a vedere il balcone della casa del nostro Babbo. Le ante sono sempre spalancate e grondanti buste di immondizia; in mezzo, come a fare da ornamento c’è una vecchia seda Ikea pieghevole spaccata. In giro dicono che ci abiti un pazzo. Solo io so che ci abita Lui. Dorme sul divano con un dito nel culo davanti all tv accesa su trasmissioni di sesso telefonico.

Quest’ anno sembra avere la barba ancora più sudicia e unta, capita sempre più spesso che vada a rubare del cibo, qualche prosciutto o roba del genere durante le feste e che divorandolo avidamente si imbratti del tutto. Il whisky nemmeno lo aiuta ma gli dà quell’aria sorniona e bontempona che in lui tutti i bambini amano. Ha messo su ancora qualche chilo e in casa sua deve avere il cesso otturato. Credo che ultimamente abbia bisogno di un medico ma non ha i soldi per pagarlo, spende tutto in gioco d’azzardo, whisky, sigari e qualche mignotta a buon prezzo. E’ facile che lo vedi tornare a casa talmente ubriaco da reggersi sulle spalle del travestito che gli fa da accompagnatore. Ma rimane sempre di buon umore, ed è solito canticchiare ai trans delle canzoncine natalizie che si sentono fino alla mia finestra :

“non rubo in giro: faccio affari questo racconto ai miei compari… mi vesto ina maniera bizzarra ma solo per il gusto di trovarmi sempre al posto giusto… Mi vendo il culo e non mi lagno pur di avere un bel guadagno… Vado in giro per le strade facendo il compagnone finchè ‘sto popolo riman coglione… Sono un pezzo di merda ma non lo dici perche vi faccio alla fin felici…”

Ah! Quello stronzo di Babbo Natale ! Dove c’è il brodo lì inzuppa la pagnotta !

Molti non sanno che ha anche l’anima del pezzente. Si sente derubato di continuo ma non lo dà a vedere. E’ davvero avido fino all’osso. Non gli frega un cazzo se alcuni bambini piangono e restano senza regalo.

Gesu Cristo ha fallito. Ha lasciato che il suo compleanno diventasse la festa di chi se la può permettere. Io e quelli come me restiamo nella merda e siamo delle merde, e dei peccatori . Chi vive nel merdaio se ne fotte di Dio. Chi vive in centro si mette il vestito e va in chiesa. Sicuramente quando scenderò giù al bar dopo la mezzanotte troverò un branco di tossici che si faranno gli auguri e comprerò a debito la mia dose. Così si festeggia il compleanno del bambinello da queste parti.

Per il resto sarà tutto normale :anche quest’anno il buon papà della villetta vicino al centro sarà costretto ad andare nei negozi per comprare il regalino al suo bel bambino dai capelli dorati. Il bambino del mio quartiere invece avrà un destino leggermente diverso . Il suo vecchio uscirà di casa, sparerà un colpo di pistola in aria e rientrando gli dirà: spiacente ma Babbo Natale si è suicidato.

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